THERAPEUTIC USES OF ELETTARIA CARDOMUM
Sharma Shveta, Jagmohan Sharma, and Gurpreet Kaur
Eladi Taila
Tra gli “oli medicati” ayurvedici Eladi Taila si distingue per la sua unicità e specificità d’impiego. La sua particolare colorazione verde intensamente delicata e la sua fragranza derivano, nella complessa formulazione di ben 18 piante medicinali, dalla prevalenza di “Ela” (Elaichi) cioè la preziosa Elettaria cardamomum (Cardamomo).
Secondo le fonti ayurvediche (Asthanga Hridaya) Eladi è consigliato principalmente nelle problematiche dermatologiche caratterizzate da squilibrio dei dosha Pitta e Kapha; di questo pregiato olio si sfruttano principalmente le proprietà emollienti, lenitive e nutrienti per purificare la pelle reattiva e sensibile e donarle luminosità, inoltre, massaggiato sul cuoio capelluto, può contrastare la formazione della forfora ed evitarne il relativo prurito.
Nella Newsletter riportiamo i contenuti di un articolo scientifico che spiega in modo sintetico e completo tutte le diverse proprietà medicamentose del Cardamomo di cui una parte riscontrabili anche attraverso la sua somministrazione topica con Eladi Taila.
Elaichi: Elettaria cardamomum Maton
Il cardamomo è popolarmente noto come “la regina delle spezie” e la sua conoscenza alimentare e medicinale risale al periodo vedico (circa 3000 a.C.) ed era ugualmente conosciuto anche dagli antichi greci e romani come spezia alimentare, pianta medicinale e essenza largamente utilizzata nella antica arte della profumeria.
Il cardamomo è una pianta perenne che appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae, (ordine delle Scitamineae) il cui nome botanico completo è: Elettaria cardamomum Maton il cui nome tradizionale più frequente è “elaichi”. La pianta è indigena di India, Pakistan, Birmania, Sri Lanka e Iran. In India si trova principalmente nelle foreste sempreverdi del Kerala e del Karnataka, in zone ombrose tra i 600 e i 1200 metri di altitudine e viene ritenuta la terza spezia più costosa al mondo dopo lo zafferano e la vaniglia.
Il vero Cardamomo (Elettaria cardamomum Maton) appartiene esclusivamente al genere “Elettaria” delle zingiberaceae e prende il nome di “cardamomo verde o cardamomo vero” se originario di India, Malaysia e Iran mentre il cardamomum che cresce nella zona dello Sri Lanka (Elettaria repens) prende il nome di cardamomo di Ceylon.
Al genere “amomum” delle zingiberaceae appartengono invece l’amomum subulatum (conosciuto come cardamomo nero o nepalese intensamente coltivato in Nepal ma anche nel Sikkim) che è meno costoso, l’amomum costatum (che è molto diffuso in Cina e Vietnam) e l’amomum compactum (che è diffuso in Thailandia e Birmania) ed è noto come cardamomo del Siam.
Sempre al genere amomum appartengono il cardamomo Kravan, quello di Giava, del Bengala, quello bianco e rosso.
La produzione mondiale annua di cardamomo è stimata in circa 30.000 tonnellate e anche se attualmente il Guatemala è il primo produttore mondiale l’India è il secondo produttore mondiale e, sui mercati internazionali, il cardamomo indiano è considerato di qualità superiore.
In generale nelle culture tradizionali tibetana, indiana, cinese, iraniana, coreana e vietnamita Elettaria cardamomum (il cardamomo propriamente detto ed il più pregiato) è stato molto utilizzato sia come pregiata spezia sia come medicinale mentre il genere Amomum è stato più utilizzato come fitomedicinale (poiché ha un gusto meno gradevole rispetto al cardamomo verde).
Come spezia il cardamomo viene impiegato per aromatizzare il caffè “alla turca” e “arabo”, il tè in India e nella pasticceria mediorientale, iraniana, turca e indiana viene tradizionalmente impiegato per insaporire i dolci, tuttavia il cardamomo ricorre anche nella cucina dei paesi nordici europei (Svezia e Finlandia).
Il gusto del cardamomo verde è intenso e molto aromatico a differenza del cardamomo nero che è più astringente, leggermente amaro e con un sentore di menta. In India il cardamomo mischiato a foglie di betel e frutti di areca viene utilizzato per preparare il “betel” che rinfresca l’alito e favorisce i processi digestivi.
Nonostante un spiccata diversità di sapori il cardamomo nero è spesso usato come sostituto del cardamomo verde perché è molto più economico.
Nelle medicine tradizionali in Iran e India i frutti e i semi di cardamomo verde sono stati largamente impiegati per la cura di infezioni ai denti e alle gengive, per prevenire e curare malattie della gola ed alitosi, congestioni dei polmoni e tubercolosi polmonare, infiammazioni delle palpebre, disordini digestivi e calcoli biliari mentre il cardamomo nero è stato prevalentemente utilizzato nella medicina tradizionale tibetana, nella medicina tradizionale indiana, nella medicina tradizionale cinese ed iraniana per curare mal di stomaco, stitichezza, dissenteria e altri disturbi digestivi.
Per gli usi alimentari e medicinali si utilizzano i frutti o i pregiati semi in essi contenuti.
Il frutto del cardamomo si presenta come una “capsula naturale” che contiene molti semi di dimensioni molto piccole dal tipico colore (marrone/nero). Una volta estratti dal loro involucro naturale (capsula) i semi perdono rapidamente il loro intenso aroma e per questo motivo viene in genere commercializzato l’intero frutto (capsula) essiccato per proteggere la frazione aromatica dei semi.
Dai semi si possono ottenere poi varie forme estrattive oppure possono essere macinati e polverizzati.
Il periodo balsamico di raccolta è tra ottobre e novembre; i frutti vengono raccolti a piena maturazione e successivamente lavati con acqua per rimuovere residui di terreno; un semplice trattamento naturale con bicarbonato di sodio per 10 minuti consente di far mantenere ai frutti il loro caratteristico colore verde e prevenire la crescita di muffe.
Composizione chimica
I due generi di cardamomo più conosciuti cioè il cardamomo verde (Elettaria cardamomum) e il cardamomo nero (Amomum subulatum), pur presentando analogie per appartenenza alla stessa famiglia (Zingiberaceae) presentano profili fitochimici qualitativamente molto diversi e l’amomum subulatum viene generalmente ritenuto di qualità inferiore rispetto al cardamomo verde cioè l’Elettaria cardamomum che viene ritenuto il “vero” cardamomo.
Il genere amomum subulatum offre una percentuale solo del 3 % di olio essenziale contenente 1,8 cineolo e tracce di limonene, terpinene, terpinyl acetato e sabinene.
Il genere Elettaria cardamomun offre una percentuale di oli essenziali molto superiore con un quantitativo di 1,8 cineolo nettamente maggiore oltre ad altri importanti componenti fenolici e flavonoidi, inoltre nel fitocomplesso si ritrovano amidi, proteine, cere e steroli; la maggior presenza di 1,8-cineolo e limonene conferisce una maggiore aromaticità e miglior gusto al genere Elettaria cardamomum.
In India il genere “Elettaria cardamomum” viene coltivato in varie regioni come Kerala e Karnataka e le varietà più popolari sono Mysore, Malabar e Vazhukka che sono ritenute le più pregiate e vengono identificate sulla base delle loro diversità fitochimiche; in particolare la varietà Mysore contiene i più alti livelli di cineolo e limonene e quindi è più aromatica.
Dalle forme estrattive dei semi di Elettaria cardamomum si ottengono principalmente due frazioni: una volatile ed una non saponificabile.
La frazione volatile è la componente principale di tutte le varietà di Elettaria cardamomo e a secondo della biodiversità del luogo di coltivazione offre mediamente una elevata quantità di 1-8 cineolo (circa il 12 % nella varietà Mysore) al quale si ascrivono gran parte delle attività farmacologiche delle forme estrattive del cardamomum a favore di pelle, apparato respiratorio, sistema immunitario, apparato digerente.
All’1,8-cineolo (noto anche come eucaliptolo) vengono riconosciute proprietà analgesiche ed antinfiammatorie (apparato muscolo scheletrico), immunomodulatorie (malattie immuno soppressive e infettive in genere), antinfiammatorie ed antisettiche delle vie respiratorie (sinusite, asma, bronchite acuta e bronchite cronica, mal di gola e infezioni come laringite, BPCO), antibatteriche specifiche nelle patologie delle vie aeree (contenimento della crescita nei confronti di ceppi batterici tra cui Haemophilus influenzae, Streptococcus pyogenes, H. parainfluenzae, S. pneumoniae, Stenotrophomonas maltophilia e Staphylococcus aureus), antivirali dermatologiche (herpes zoster, herpes simplex, morbillo, acne, varicella, ulcere, ferite, foruncoli, ustioni, tagli).
Nel modello animale (nelle api maschio) l’eucaliptolo sembrerebbe coinvolto anche nella stimolazione di ferormoni e nella stimolazione dell’accoppiamento.
La frazione non saponificabile è prevalentemente rappresentata da cere e steroli.
Principali usi medicinali
Il cardamomo è una spezia e una pianta medicinale antichissima e l’India, della quale è originaria, ne detiene le maggiori conoscenze.
Nell’uso tradizionale, in Matsya Purana si ritrovano riferimenti all’uso medicinale di Elettaria cardamomum come ingrediente di un farmaco antiveleno mentre in Ayurveda i semi sono stati usati come abortivi, antiveleno, aromatizzatori, acidificanti, dolcificanti, rinfrescanti, carminativi, tonici cardiaci, digestivi, diuretici, espettoranti, stimolanti e tonici, antiasmatici, anti bronchitici, anti stranguria, anti emorroidari, antilitiasici renali e vescicali, anti alitosi, anti anoressia, anti dispeptici, eupeptici e antiacidi gastrici.
Nella cultura medica Siddha i frutti freschi e secchi, semi e la corteccia del gambo sono utilizzati per la preparazione “Elam” mentre nella cultura Unani i preparati a base di Elettaria cardamomum sono stati impiegati come antiveleno, astringenti e antinausea.
Secondo recente letteratura scientifica gli estratti etanolici di E. cardamomum posseggono un effetto antibatterico già alla dose di 512 μg / mL e gli estratti in etere dimostrano un evidente effetto gastroprotettivo al dosaggio di 12,5 mg / kg che è in grado di inibire quasi il 100 % le lesioni nell’ulcera gastrica indotta da aspirina; effetti gastroprotettivi sono stati osservati anche con estratti gli estratti metanolici.
La polvere di E. Cardamomum possiede attività antipertensiva e alla dose di 3 g determina una riduzione significativa della pressione diastolica inoltre migliora la fibrinolisi e lo stato degli antiossidanti, tuttavia senza significativa alterazione dei livelli dei lipidi nel sangue e del fibrinogeno nei pazienti ipertesi. Gli estratti di Eletteria cardamomum mostrano effetti eccitatori ed inibitori intestinali che sono mediati da meccanismi colinergici e Ca ++ antagonisti; gli effetti sulla pressione arteriosa sarebbero determinati da entrambi i percorsi.
I semi di E. cardamomum e i relativi estratti possiedono proprietà antinfiammatorie, analgesiche e antispasmodiche. In un modello sperimentale di edema della zampa di ratto indotta da carragenina, l’estratto di semi di Elettaria cardamomum, a dosaggi di 175 e 280 microlitri / kg, ha ridotto significativamente l’infiammazione. Sempre in vivo è stata valutata anche l’attività analgesica mentre l’attività antispasmodica è stata valutata solo in vitro; le conclusioni dei principali studi indicano che l’azione antispasmodica deriva dal blocco del recettore muscarinico.
L’olio di cardamomo dimostra un evidente effetto antiossidante e può aumentare i livelli di glutatione naturale dell’organismo; è stato osservato che l’effetto antiossidante aumenta aumentando il contenuto dell’olio da 100 a 5000 ppm.
Gli estratti acquosi di cardamomo esercitano attività di contrasto alla perossidazione lipidica e antiaggregante piastrinica. L’attività inibitoria dell’aggregazione piastrinica è stata studiata su piastrine umane in particolare l’attività antiaggregante piastrinica e i fenomeni di perossidazione lipidica sono stati valutati su plasma ricco di piastrine (PRP) e membrane piastriniche, ottenuti da sangue di volontari sani. Si è osservato che l’effetto inibitorio era dose-dipendente con concentrazioni variabili tra 0,14 e 0,70 mg e tempo dipendente da IC50. In particolare il contrasto alla perossidazione lipidica è stato valutato in un modello di perossidazione lipidica indotta da ferro e valutata con l’indice di malondialdeide (MDA); si è osservato cha all’ aumento della concentrazione di cardamomo corrispondeva una significativa riduzione di MDA.
Il cardamomo è tradizionalmente impiegato in varie formulazioni per promuovere il benessere della pelle e migliorare la carnagione; nell’uso dermatologico trova utilità nella riduzione del prurito e delle pustole.
Elettaria cardamomum è presente anche nell’antica formulazione ayurvedica Unmadnashak Ghrita e insieme ad altri piante (Ferula nartece, Gardenia gummifera, Bacopa monneri) dimostra effetti depressori del SNC e anticonvulsivanti.
Sembrerebbe che mangiare alcuni semi di Elettaria cardamomum, alternandoli ad una progressiva riduzione del numero di sigarette fumate, aiuterebbe lentamente anche a svezzarsi dalla dipendenza del fumo di sigaretta.
Sempre la frazione volatile del cardamomo agisce come naturale insetticida e protettore del grano nei confronti di diversi insetti come Tribolium castaneum e sitophilus zeamais che attaccano il grano quando è immagazzinato; questi effetti si ottengono per solo contatto o apposita fumigazione.
La millenaria tradizione d’uso di Elettaria cardamomum ne indica la sicurezza di impiego e la somministrazione topica è ritenuta sicura e ben tollerata mentre è sconsigliata l’assunzione orale di dosaggi superiori a quelli normalmente indicati come terapeutici sia di forme estrattive sia di semi.
Il cardamomo è sconsigliato a chi è soggetto a calcolosi della colecisti perché potrebbe causare coliche o dolori addominali, ma è da evitare anche in gravidanza e allattamento e in caso di ulcera, colite, reflusso, gastrite e diverticoli. Inoltre interagisce con farmaci antiaggreganti come l’aspirina quindi è meglio evitarne il consumo nei giorni in cui si assumono questi farmaci, o comunque è consigliabile chiedere prima il parere del medico.
Un uso eccessivo di cardamomo può comportare reazioni allergiche, orticaria, dolori addominali, difficoltà di respirazione e problemi alla cistifellea.
A cura della direzione scientifica di Benefica